Nicola Samorì

Nato a Forlì nel 1977, vive e lavora a Bagnacavallo (Ra). Ha frequentato l’Accademia di Belle
Arti di Bologna dove si è diplomato nel 2004. Fra le prime esposizioni si segnalano: Dei Miti
Memorie alla Central TAFE Gallery di Perth (2003); TAC - Un paesaggio chiamato uomo a
L’Ariete arte contemporanea di Bologna (2005), Lapsus a Forte Strino, Vermiglio (2006); Sine
die al Museo d’Arte Contemporanea di Gibellina (2007); Arte Italiana 1968-2007. Pittura a
Palazzo Reale, Milano; Not so private. With my tongue in my cheek a Villa delle Rose di Bologna
(2008) e il 9° Premio Cairo al Palazzo della Permanente, Milano (2008).
Nel 2009 Samorì ha presentato il progetto Lo spopolatore al Museo di Riva del Garda e al Forte
di Nago, seguito da un’ampia monografica ai Magazzini del Sale di Cervia e negli spazi
dell’Antico Convento di San Francesco a Bagnacavallo.
Con La Dialettica del Mostro (Galleria MarcoRossi Artecontemporanea, Milano), nel 2010, si
precisa in modo chiaro un nuovo percorso per “incorporazioni” consistente nel tentativo di
cambiare il corso a opere del passato riscrivendole e alterandole mentre il loro corpo è ancora
fresco. Dello stesso anno sono le prime aperture dell’immagine attraverso la pratica della
scorticatura della superficie pittorica: il rovescio della forma si espone in tutta la sua
freschezza e brutalità come pelle strappata. Processo chiaramente leggibile in tre mostre
datate 2011: Baroque alla LARMgalleri di Copenhagen, Scoriada allo Studio Raffaelli di Trento
e Imaginifragus alla Christian Ehrentraut Gallery di Berlino. Con la personale The Venerable
Abject alla Ana Cristea Gallery di New York (2012) si radicalizza l’atteggiamento di cura e di
collera impresso al repertorio sacro.
Gli ultimi anni di lavoro sono confluiti nella prima mostra museale all’estero dal titolo
Fegefeuer e ospitata dalla Kunsthalle di Tubingen (settembre-dicembre 2012).
Del gennaio 2013 è Die Verwinding, prima personale dell’artista alla Galleria Emilio Mazzoli di
Modena, In quest’ultima mostra “l’artista ha finito per castigare ciò che aveva composto,
giungendo così all’inevitabile e irrinunciabile assassinio della pittura. Nelle opere realizzate
espressamente per gli spazi della galleria, Nicola Samorì ha infatti voluto turbare, deturpare e
deformare la pittura, mettendone in evidenza il suo aspetto emofiliaco, di sanguinosa
metamorfosi” (Alberto Zanchetta).
A novembre dello stesso anno è stata presentata la sua seconda personale presso la Christian
Ehrentraut Gallery dal titolo Guarigione dell’Ossesso, un corpus di immagini che ha a che fare
con la disillusione e con la capacità di allontanare da sé la fede cieca che muove le azioni
dell’ossesso. In ogni lavoro si cerca di sabotare questo trasporto senza ragione nei confronti
dell’anatomia, del collezionismo, della fede, del corpo, della morte… Ma la guarigione
dell’ossesso è una promessa che disattende il suo adempimento opera dopo opera poiché non
basta la consapevolezza a moderare l’istinto.
Nel 2014 sono in programma mostre personali e collettive allo Schauwerk di Sindelfingen, al
MAC di Lissone, alla Kunsthalle di Kiel, al BALTIC Centre for Contemporary Art di Newcastle e
al TRAFO Museum di Szczecin.

opere/works