Materia in Metamorfosi. Gianriccardo Piccoli e Antoni Tàpies

Sabato 2 Febbraio, nell’ambito di ART CITY WHITE NIGHT in occasione di Arte Fiera 2019, alle ore 20.00 si inaugura presso la Galleria Stefano Forni di Bologna MATERIA IN METAMORFOSI, una mostra di Gianriccardo Piccoli in dialogo con opere di Antoni Tàpies.

L’esposizione indaga proprio il tema della materia e della sua trasformazione e, mettendo a confronto le opere dei due artisti, evidenzia come entrambi ne abbiano fatto uno dei temi centrali della propria ricerca artistica.

Dello storico artista catalano, tra i più importanti esponenti dell’arte informale, saranno esposte tecniche miste, disegni e opere grafiche.

Gianriccardo Piccoli dal canto suo  presenterà una serie di lavori inediti utilizzando i suoi consueti materiali quali  garze, acetati e fili di ferro.

Le opere di Piccoli hanno un dentro e un fuori, costituiscono una sorta di teatrino delle apparizioni all’interno del quale si possono trovare oggetti, disegni, calchi in cera, sculture o sagome in fil di ferro, veline colorate, manufatti di carta. Piccoli realizza le sue opere sovrapponendo sulla tela garze e acetati, utilizzando anche colori industriali, oltre ai più tradizionali olio e tempera, dando vita ad immagini di grande impatto visivo, ma anche di imprevedibile leggerezza come le fragili sculture in filo di ferro: dei fotogrammi che declinano in pure linee la varietà delle ossessioni figurative del momento.

Note biografiche

Gianriccardo Piccoli (Milano, 1941) si è formato all’Accademia di Brera, sotto la guida di Pompeo Borra. La sua prima personale (1963), dedicata ai disegni, si inserisce nel clima della figurazione esistenziale. Nel corso degli anni settanta approfondisce l’indagine sugli interni e sul paesaggio, temi e soggetti che resteranno ricorrenti nella sua produzione successiva. Nel decennio a venire si registra il riconoscimento pubblico del suo lavoro, attraverso il premio Feltrinelli nel 1984, la mostra personale al Teatro Sociale di Bergamo e la partecipazione alla Biennale di Venezia nel 1986. Le due rassegne antologiche nel 1990 - a Tenero (in Svizzera, presso la Galleria Matasci) e a Monza (Musei Civici al Serrone di Villa Reale) - sono l’occasione per trarre il bilancio di un’attività quasi trentennale. Nel 1992 espone in Germania, a Wiesbaden e a Düsseldorf. Nella Chiesa di Sant’Agostino a Bergamo sono esibite, nel 1995, le 14 tele e garze dedicate alle stazioni della Via Crucis. Due anni dopo nella città di Bologna sono organizzate, in ontemporanea, due esposizioni monografiche: la prima dedicata alle Porte (Galleria Otto), la seconda alle carte e alle incisioni (Stamparte). A partire dal 2003 si trasferisce per lunghi periodi di soggiorno a Basilea, dove occupa una casa-studio in Klybeckstrasse, soggetto di una mostra alla Galerie Carzaniga (2004). D’ora in poi vengono varati nuovi materiali (cera vergine, filo di ferro, rame) sempre inseriti in orchestrazioni pittoriche che riassumono i temi di una vita. Nel corso del 2007 la Galleria dello Scudo di Verona organizza una mostra monografica sulla sua opera recente (2001-2007) e il Museo Adriano Bernareggi di Bergamo lo invita a inaugurare un nuovo spazio dedicato all’arte contemporanea (l’ex Oratorio di San Lupo). Nel 2009 Villa Panza a Varese ha organizzato una sua mostra personale, intitolata “Stanze per Villa Panza”. Nel 2010 ha esposto a Roma, presso l’Arciconfraternita dei Bergamaschi, un “Omaggio a Caravaggio”. Nel 2011 è stata inaugurata una chiesa a Portovejo (in Ecuador) con una sua opera intitolata Pentecostes. Alla fine del 2011 è stata pubblicata da Electa una monografia che raccoglie il suo intero percorso figurativo.

Antoni Tàpies é nato nel 1923 a Barcellona (Spagna). Compie parallelamente degli studi di diritto e di disegno (Accademia Valls, 1943). Una rivolta militare condotta dal Generale Francisco Franco, che incominciata in Marocco si propaga rapidamente in tutta la Spagna, fa scoppiare la guerra civile. Antoni Tàpies si oppone al dittatore ed è fortemente segnato da questa guerra atroce. Nel 1948 fonda con altri artisti il gruppo “Dau al Set” e la rivista che porta lo stesso nome. Conosce Joan Mirò. Dopo un periodo di opere surrealiste, si interessa alla filosofia ed all’arte orientale, soprattutto alla calligrafia. Tapies trasforma i materiali più diversi, spesso i più poveri, in segni pittorici. La sua prima esposizione personale risale al 1950. L’artista include colori e fossili in blocchi impastati di colla, di sabbia e di gesso che diventeranno “dei muri, testimonianza del martirio del nostro popolo”. Tàpies impiega dei giornali, dei pezzi di corda per dei collages dal contenuto sociale provocatore. Nel 1951 a Parigi incontra Braque, Picasso, scopre l’arte informale con Dubuffet e Fautrier, come anche gli scritti di Michel Tapié. L’artista ritorna a delle composizioni a carattere più figurativo verso la fine degli anni ’60. La croce diventa un elemento ricorrente nella sua opera, sia dipinta che grafica. Le sue composizioni lacerate e graffiate continuano ad esprimere una posizione di contestazione. Impronte e tracce rivelano una meditazione interiore. Agli inizi degli anni ’80, Tapies realizza delle “installazioni” , si dedica alle arti della ceramica e del mosaico. Dal 1962 i più grandi musei hanno organizzato delle retrospettive sulla sua opera (Hannover nel 1962, Vienna nel 1968, Museo d’Arte Moderna di Paris nel 1973, retrospettiva itinerante negli Stati Uniti nel 1988, etc.). Antoni Tàpies e autore di diverse opere di riflessione sull’arte tra cui : Pràtica de l’art (1970), l’Art contra l’Estetica (1974). Antoni Tapies viveva e lavorava a Barcellona, città nella quale si trova la sua fondazione, creata nel 1984.  L’artista è morto il 6 febbraio 2012, aveva 88 anni.