OPEN TOUR 2019

Opentour 2019: una festa dell’arte lunga una settimana, dal 17 al 22 giugno, con la quale l’Accademia di Belle Arti di Bologna si apre all’esterno e “invade” numerose sedi e spazi espositivi e culturali cittadini, proponendo al pubblico l’occasione di scoprire e apprezzare i risultati dell’attività che studenti e docenti svolgono nelle aule.  L’iniziativa è come l’anno scorso accompagnata da Art Up | Premio della Critica e del Collezionismo, che nasce grazie alla collaborazione tra la Fondazione Zucchelli e l’associazione delle gallerie d’arte cittadine aderenti a Confcommercio Ascom e con il sostegno economico di Banca di Bologna, partner dell’iniziativa e co-promotrice del premio, e di un gruppo di collezionisti privati.

Giovedì 20 Giugno alle ore 18.00 presso la Galleria Stefano Forni di Bologna, nell’ambito del progetto OPENTOUR 2019 – ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BOLOGNA, si inaugura una mostra che vede la presenza di due opere realizzate dagli studenti del corso di Grafica d’arte all’Accademia di Belle Arti di Bologna del Prof. Cataldo Serafini: Il mio piccolo e il nostro grande paesaggio, una installazione collettiva e “10:08-13:02” un video cortometraggio in stop-motion di Massimo Vagliviello.

Il titolo dell’installazione indica in sé ciò che essa vuole esprimere, uno spazio concepito come quell’insieme di cui tutti facciamo parte, il paesaggio in cui c’è posto per l’immaginazione e l’espressione di ognuno.

L’installazione consiste in un insieme di opere grafiche realizzato dagli studenti Giulia Calamai, Luigi Capone ,Alessia Cincotto, Francesco Esposito, Silvia Franchini, Beatrice Granvillano, Stefano Magnani, Marco Mandorlini, Elena Marinozzi, Elena Menini, Enrico Nanni, Gaia Nieri, Martina Nucara, Letizia Perillo, Eleonora Rellini, Eleonora Spada, Francesca Stefanelli, Alice Tropepi, Agnese Zavoli. Gli studenti hanno eseguito le loro singole opere in base a quello che percepiscono a livello umano, sociale, religioso, oltre che in un’analisi spirituale ma anche e soprattutto filosofica.

Il paesaggio è composto da singole identità, le opere individuali. Esse sono realizzate su materiale plastico, trasparente, inciso con la tecnica della “puntasecca” e successivamente inchiostrate. L’aspetto visivo dell’opera è controllato con gesti e procedure tali che ciascun autore possa sentirsi appagato dal proprio risultato. I lavori sono stati prima incisi nel formato rettangolare e poi arrotolati su se stessi a formare un cilindro trasparente, che mette in evidenza i segni espressi creando una dinamica visiva, un cambiamento prospettico.

Tutti i lavori sono posizionati in uno spazio rettangolare che richiama fortemente un’idea di “bosco”, ossia un insieme. Ciascun cilindro avrà una particolare luce con sensore di movimento che accendendosi aiuterà ad evidenziare l’identità del soggetto.

Oltre ai lavori incisi sono presenti lavori su carta, della stessa dimensione dei fogli trasparenti, ma esposti sulle pareti. Il disegno espresso da ognuno è stato realizzato con pastelli colorati, e sviluppato durante l’ascolto di registrazioni sonore di frequenze cosmiche.

Le opere saranno installate in modo tale che il visitatore possa muoversi fra i cilindri e farne parte.

Nel fondo del ragionamento ci siamo noi umani che dobbiamo vivere come “insieme”, senza discriminare ma condividere perché nessuno vorrebbe essere escluso dal “PAESAGGIO”.

Lo studente Massimo Vagliviello è l’autore del cortometraggio dal titolo “10:08-13:02” realizzato con la tecnica stop-motion in 2d bidimensionale. Il materiale grafico animato è interamente realizzato in incisione calcografica e xilografica. Il video contiene anche un brano musicale composto da Lorenzo Dindelli.

Il racconto del video deriva dal desiderio dell’autore di voler ricordare e non dimenticare una esperienza di vita. Vuole essere una metafora dell’esistere tra l’inizio e la fine di un percorso. Si vuole far riflettere sul senso della solitudine che ogni persona vive e che si riscontra nella poesia di Salvatore Quasimodo:

“Ognuno sta solo / sul cuore della terra / trafitto da un raggio di sole: / ed è subito sera”.

Prof. Cataldo Serafini